La parola dell’anno 2015? È un emoji…

Nov 18 2015

Squillo di tromba, rullo di tamburi: ecco che arriva “la parola dell’anno 2015”!

Solo che, cos’è? Ecco in effetti non è una parola ma un simbolo, anzi un emoticon o meglio un emoji sì insomma una di quelle faccine gialle che si usano nelle chat.

Secondo l’Oxford Dictionary la parola più rappresentativa dell’anno 2015 è conosciuta come “la faccina che ride fino alle lacrime”, ampiamente usata da tutti gli utenti di smartphone e chat online come WhatsApp, che ha sbaragliato concorrenti del calibro di “rifugiato” e “Brexit” (uscita del Regno Unito dalla UE). Il dizionario inglese motiva la scelta affermando che “è ciò che riflette meglio l’ethos, l’umore e le preoccupazioni del 2015, identificandola come l’emoji più utilizzata a livello globale rappresentando il 20% di tutte le emoji inviate dai britannici e il 17% di quelle inviate dagli americani con un incremento rispettivamente del 4% e del 9% rispetto al 2014.

Cosa ci dice questa scelta sullo stato della lingua e della comunicazione oggi? Non esiste una parola abbastanza valida da superare un emoji? Pensiamo che utilizzare un immagine sia più semplice e immediato per farci capire da tutti a livello globale? A questo proposito vi rimando alla versione inglese di questo articolo per affrontare qui un’altra riflessione. Ma sappiamo davvero cos’è un emoji? E che differenza c’è con emoticon o sono la stessa cosa? Cogliamo quindi l’occasione per spiegare questi termini. Chiariamo subito che Emoji ed Emoticon non sono esattamente la stessa cosa.

Emoticon è una visualizzazione tipografica della rappresentazione di una faccia usata per conferire un’emozione in un mezzo solo testuale. Ad esempio  ; ) o : ( . Si tratta di un tipo di rappresentazione antropomorfica ampiamente usata nella storia dell’umanità ma nell’era di internet la sua nascita è fatta risalire al Settembre 1982 quando l’informatico Scott Fahlman propose di utilizzare : – ) e : – ( per distinguere uno scherzo da una frase seria. Da qui è stato coniato il nome come contrazione di Emotion + icon.

Gli Emoji invece sono stati creati alla fine degli anni ’90 dalla società telefonica giapponese NTT DoCoMo e il nome è la contrazione delle parole e e moji che possiamo tradurre come “pittogrammi”. Gli Emoji sono delle vere e proprie figure di qualsiasi cosa dalle faccine gialle 🙂 ai fiori, animali ecc. e tecnicamente costituiscono un’integrazione al set di caratteri Unicode usato dalla maggior parte dei sistemi operativi.  I computer trattano quindi gli emoji come lettere di un alfabeto non occidentale in particolare come se fossero un carattere giapponese o cinese. Ciò significa che anche il software deve supportare questo carattere altrimenti viene visualizzato un simbolo (in genere un quadratino) o uno spazio bianco. Il nostro messaggio rischia così di diventare incomprensibile, di essere mal interpretato o di perdere la grazia dello spirito. A complicare le cose c’è anche il fatto che la rappresentazione dell’emoji non è la stessa tra le varie piattaforme. Ad esempio l’emoji di Apple per la figura del “ballerino” è un avvenente danzatrice di flamenco mentre nella nuova versione di Android è un informe e sgraziato blob giallo! Occhio quindi ai vostri messaggi figurati!

ballerini

Siamo ancora sicuri che comunicare per immagini sia più chiaro, semplice e immediato?

Leggi anche la versione inglese di questo articolo per una diversa prospettiva sull’uso della parola dell’anno

Letture di approfondimento:

“Oxford Dictionaries Word of the Year 2015” http://blog.oxforddictionaries.com/2015/11/word-of-the-year-2015-emoji/

“Definizioni Emoticon ed Emoji”: http://www.treccani.it/enciclopedia/tag/emoticon/

“Differenza tra emoticon ed emoji”: http://www.theguardian.com/technology/2015/feb/06/difference-between-emoji-and-emoticons-explained

“Ricerca sull’uso degli emoji”: https://blog.swiftkey.com/word-of-the-year-is-an-emoji/

“Emoji: Apple vs Android”: https://medium.com/matter/lost-in-emoji-translation-apple-vs-android-648fdd57ca25#.da9rhtr3e

 

 

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